Parigi: i mondiali di Rugby, il riscaldamento globale, la mia resistenza e chi non ne ha.

Un prode ventilatore, contro la calura estrema!

[nella foto, “la quiete” per strada, alle 9 di sabato mattina]

Parigi; alcuni mesi fa mi sono presa qualche giorno, per organizzare uno scambio casa sul portale che frequento dal 2010. Proprio per scambiare casa, con altre persone che hanno voglia di venire a trascorrere qualche giorno/settimana da me.
A maggio ho scambiato con Den Haag (L’Aia), in luglio con Tolosa.

Poi, abbastanza superficialmente, ho scelto per Parigi i primi di settembre. E ho combinato con un host che, in cambio del mio appartamento a Cesena, mi ha messo a disposizione il suo studio parigino, sito nella prima periferia nord, a due passi da Montmartre. Senza climatizzazione, quinto piano senza ascensore. Ma progettato con cura negli interni, molto molto accogliente.

La Géode, a La Villette, è un ricordo bellissimo che mi porto dentro, da quando assieme a mio marito, mia figlia e mio figlio, ci regalammo per alcuni anni di fila un mese di vacanza a Parigi. Con gli scambi casa, naturalmente. Mi ha fatto un po’ di nostalgia, passarci ora.

Dicevo, ho scelto il soggiorno dal 5 al 10 settembre. In pratica, avevo solo tanta voglia di stare un po’ al D’Orsay. Ho pensato che non avesse senso, fare un viaggio così solo per quello… pertanto ci ho infilato anche altre visite. (Tra le quali quella al Louvre. Affollatissimo!) Diciamo che, la mia scelta delle date di questo viaggio, non ha tenuto conto del riscaldamento globale e dei mondiali di rugby. Che si sono sommati ai moltissimi cantieri per il PNNR francese e per le prossime Olimpiadi, in aggiunta a una maratona cittadina 🤦🏻‍♀️che, se non avessi preso le métro per arrivare al punto di partenza dei Bus per Beauvais Tillé, avrei anche potuto trovare le strade chiuse! 🙂

Più furba è stata invece la mia scelta di acquistare il biglietto per il bus turistico, a bordo del quale ho potuto anche ammirare gli ingorghi stradali, mai visti prima così intensi e diffusi a Parigi.

Al D’Orsay, oltre a saltare la fila, sono entrata gratis, grazie al mio tesserino che attesta l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti.
🙂 Ammortizzo la quota associativa annuale volentieri, in questo modo.

“L’ultimo giorno di Corinto”

So di non sapere: questo dipinto (“La nascita di Venere” di Alexandre Cabanel) mi ha mostrato da dove provengano gli angioletti olio su legno che, qualche anno fa, ho acquistato da un rigattiere. E che, ora, accolgono in casa mia.

Un’altra scoperta (visto che Parigi è grande, l’anno passato ci sono stata solo per tre giorni, e non ci tornavo dal 2014), è stata il parco zoologico di Parigi! Memore di quello esistente presso Le Jardin des Plantes (luogo ameno, meta di ogni viaggio passato, con la mia prole) ho scelto di visitarlo con entusiasmo. Caldo a parte. Un caldo terribile. Ventilato, ma comunque terribile.

[In questa porzione di mappa, vedi dove è collocato lo zoo, molto più piccolo, presente nel parco del Giardino Botanico parigino]

[Qui, invece, vedi la posizione del Parco Zoologico di Parigi]

Parco zoologico molto ben organizzato e tenuto.

Super zoom con lo smartphone!

Con una parte dedicata anche alle creature marine.
In pieno stile francese, la didattica completa, accattivante, comprovata dalla presenza di tanti babbi e tante mamme con cuccioli d’Uomo. E nonne! Con nipotini, anche piccini. Adulti che, grazie ai supporti forniti lungo i percorsi del parco, supportano la conoscenza degli animali e della natura.

Questa l’ho mandata a mio figlio, dalla metro 🙂 Per giuoco, che ha vent’anni!

Ho provato, a rinfrescare l’aria, presa dal disagio della calura estrema. Poi, il secondo giorno, il mio ospite mi ha gentilmente procurato un ventilatore più potente. E mi sono adattata.

Concludendo, un caldo spaventoso, quello che ho vissuto a Parigi. Più di 35°C. dentro casa!? Non ci credi?? Vedi tu cosa riporta questo sito francese! E già c’erano stati altri giorni infernali [in agosto 2023]

Io sono una donna in salute, forte e molto ben curata (da quando uso gli integratori che io stessa distribuisco, ho avuto un miglioramento fisico cui stento ancora a credere! E non è che stessi poco bene, prima).
Ho affrontato la situazione – sei giorni di fuoco – sia sul piano fisico che su quello mentale, alla grande. Certo, è stato faticoso, credimi.
Ma non un cerchio alla testa, non un mancamento un crampo. “Solo” un caldo assurdo e sudore continuo. Una sauna.

Aggiungici pure quei 8/10 km quotidiani. Perché mi piace molto, usare la metropolitana di Parigi. Ma amo di più camminare per le sue strade. Rimanendo fuori anche più del programmato, per evitare la stanza bollente. Senza ripercussioni, nemmeno un filino di disidratazione.

Tutto ciò però, mi porta per forza di cose a fare un’altra considerazione:

chi non è in salute, chi non ha nemmeno una casa, altroché infissi bassoemissivi; chi non ha nemmeno da mangiare, altro che integratori, come può resistere?!? E chi la casa ce l’ha, ma non attrezzata per il caldo? Un gran caldo. Sia chiaro. Sconosciuto a queste latitudini. Ricordo un agosto, verso la fine del mese. Una giornata caldissima, in giro per Parigi con bimba di 12 anni e bimbo di 7, in cui fu difficile trovare un poco di ristoro perché non tirava nemmeno un filo d’aria. Ma fu una sola giornata, poi di nuovo 21, 22 gradi, con il rinfrescarsi nella notte.
Il mio ospite mi ha fatto notare che Parigi non è attrezzata, per 35° di giorno, 25° di notte. Non è “normale” un caldo così!

Temo che questa pazzesca ondata di caldo, possa aver mietuto molte vittime, più del “normale” tra chi vive senza un ricovero accogliente e senza una (buona) alimentazione. Temo che, i dati relativi alle morti per il caldo, saranno trascurati. Comunque.

Gli esperti ricordano come la scorsa estate, quella appunto del 2022, sia stata la più calda mai registrata in Europa. Dove, tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022, 61.672 hanno perso la vita a causa del caldo, di cui 18.010 in Italia. A seguire la Spagna con 11.324 decessi, la Germania con 8.173, la Francia con 4.807 e il Regno Unito con 3.469. Il periodo di caldo più asfissiante è stato quello compreso da metà luglio a metà agosto, con conseguenze drammatiche. Già, perché tra l’11 luglio e il 14 agosto sono morte 38.881 persone.

[fonte online]

E… sì! Io e voi, possiamo beneficiare di integratori davvero superbi (prossimamente ti farò vedere con quali sto avendo questi risultati strepitosi). Possiamo accendere il climatizzatore (e io lo posso fare sfruttando l’impianto fotovoltaico, quindi no emissioni no bollette salate). Possiamo scegliere cibi buoni, bio, adatti per sopportare meglio il caldo.

Ma chi non può? Chi non ha questa disponibilità? Chi è, di fatto, la prima vittima del riscaldamento globale, come potrà salvarsi?

Commenti

Una risposta a “Parigi: i mondiali di Rugby, il riscaldamento globale, la mia resistenza e chi non ne ha.”

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